La borsa nera
“Si nun era pel contrabbando ce portavano al camposanto”
Il 25 Aprile si festeggia in Italia la liberazione. Questa data che non rappresenta comunque la fine del secondo conflitto mondiale, sancisce la vittoria dell’esercito cobelligerante italiano, dei partigiani e delle truppe alleate contro la dittatura fascista e il dominio nazista sul nostro territorio. Dal 25 aprile 1945 la parola d’ordine fu “arrendersi o perire” e da lì a poco l’Italia sarebbe diventata una Repubblica.
Poshead come ben sapete è #madeinrome e quello che in questa ricorrenza si vive in Italia quì nella capitale, da dove scriviamo e dove prendono forma le nostre uniche ed originali borse con gli occhiali, è tutto più amplificato. Oltre all’immancabile parata militare fatta di marce e frecce tricolori che sfrecciano sul cielo della città eterna, a Roma i ricordi che si tramandano da generazioni e che sono vivi anche grazie al cinema d’autore, parlano di una città ormai alla fame dove il mercato nero, detto della borsa nera, era la forma di sostentamento maggiore della popolazione. Addirittura la città all’epoca oltre ad avere ovunque un mercato nero clandestino, ne conosceva uno ufficiale che si trovava a Tor di Nona.
Roma deve patire la fame fino quando non sarà liberata, Churchill.
La pressione sulla città dallo sbarco alleato di Nettuno fu tale che il mercato nero divenne indispensabile al sostentamento della popolazione; fino ad allora il trasporto ferroviario consentì lo scambio di merci e il razionamento alimentare poteva sembrare ancora accettabile. Da quel momento invece, poveri ma anche ricchi, furono costretti a ricorrere alla borsa nera. La vicinananza della città alle campagne aiutò il fenomeno degli scambi tra beni di prima necessità e qualsisi altra cosa che potesse aiutare al sostentamento della famiglia: biancheria, gioielli, libri. Le borsare nere furono quelle donne così chiamate perchè rappresentavano coloro che commerciavano illegalmente generi di prima necessità. Queste eroine che spesso pagarono con la vita il commercio clandestino che esercitavano, furono le protagoniste di questo fenomeno e le figure che riuscirono ad intessere meglio di chiunque altro le reti del mercato sotterraneo.
Oggi Poshead, innamorata di Roma e dell’Italia, vuole ricordare questo spaccato di storia e riallacciarlo al suo lavoro, alla sua passione- quella delle borse- per augurare a tutti una felice Festa della Liberazione in onore delle donne e del loro accessorio per eccellenza, complemento che accompagni il braccio di ogni donna come vanto e non come rappresentazione e/o mezzo di commercio clandestino.
Buona Liberazione